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Disgelo
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Disgelo

Che figata, nevica! io amo la neve. Che noia odio la neve! Odio il freddo. Amo il freddo. Odio il freddo ma, amo la neve! Amo il freddo, ma odio la neve! Odio il freddo e pure la neve! Freddo la neve e odio l’amore! Amo l’odio e nevo la fredda!

Disparate sono le opinioni su questo evento atmosferico e che sia esso gradito o meno, la cosa certa è che non possiamo essergli indifferenti. Perché la neve copre ogni cosa, avvolge e mette in pausa, silenziosa e candida, la neve altro non è che cristalli di ghiaccio formatisi dal vapore atmosferico, proprio la sua particolare struttura, fa si che i fiocchi non aderiscano l’un l’altro e lo spazio che si crea fra essi funga in parte da isolante, impedendo alle piante e al terreno di gelare, rimanendo però permeabile all’umidità.

Possiamo paragonarla ad un periodo di riposo, si prende carico del peso di chi calpesta il terreno, funge da cuscinetto e allo stesso tempo nutre il terreno goccia dopo goccia in profondità. La vera meraviglia arriva nel momento del disgelo, quando la coperta candida inizia a ritirarsi scoprendo la terra, carica di nuove potenzialità generatrici e creative che il freddo inverno aveva ghiacciato.  

L’esperienza ci insegna che, inevitabilmente la neve si scioglierà! Il disgelo è un fenomeno ovvio, nulla di stupefacente di per se, se non fosse che, al contrario della nevicata, produce musica. Le gocce d’acqua cadendo dagli alberi, sciolgono e scrocchiano la neve, riaccendendo la natura. La terra assume un colore più intenso, il verde scuro della vegetazione invernale si tramuta in un verde brillante e profondo, ancora non è primavera ma nei colori della terra si percepisce già tutta la potenza della stagione che sta per iniziare.

Così come il terreno anche la mente alle volte improvvisamente sente il bisogno di rallentare, mettersi in pausa, annebbiarsi. In questo caso però non esiste un’allerta meteo. Ti svegli una mattina e non puoi muoverti, cerchi una soluzione, ti ingegni, ma c’è un metro di neve sopra di te e tu sei senza catene. Siediti e osserva la nevicata, riposa il tuo “terreno fertile”, perché l’assenza di esercizio come lo smodato utilizzo delle tue risorse portano all’atrofia.

Questo “tempo mentale” lo chiamerei Pausa Creativa!

Se arriva non agitarti, stai tranquillo. Goditela, perché anche in questo caso l’esperienza ci insegna che se sappiamo ascoltare il ritmo delle stagioni alla nevicata seguirà il disgelo.

 

Michela Venturi

Michela Venturi
michelaventuri2@gmail.com
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